IMPIANTI PER LA RIMOZIONE DI FERRO E MANGANESE

La tecnologia per l’abbattimento di tali elementi consiste in uno stadio di ossigenazione che avviene, di solito, in una vasca ove viene immesso ipoclorito di sodio, a cui fa seguito uno stadio di filtrazione attraverso resine anioniche forti, contenute in un recipiente in pressione (bombola), rigenerate ciclicamente con una soluzione salina stoccata in un apposito tino. L’impianto quindi consta di :
Una vasca miscelazione e stoccaggio calcolata anche per garantire un tempo adeguato di contatto acqua-ipoclorito;
Una pompa dosatrice comandata da un contatore lancia impulsi installato sulla tubazione di adduzione alla vasca;
Un serbatoio di stoccaggio dell’ipoclorito;
Un gruppo di pressurizzazione per garantire l’alimentazione all’utenza;
Un recipiente a pressione (bombola) contenente nresina anionica forte;
Una valvola automatica per il controllo e la regolazione del processo;
Un tino contenete una miscela di acqua e sale;:
Un eventuale filtro a carbone attivo nel punto più vicino all’utilizzazione per attenuare sapori ed odori di cloro.

Qualora l’acqua contenga ossigeno disciolto in quantità adeguata, può essere omesso lo stadio di ossigenazione in vasca, per cui si semplifica notevolmente l’impiantistica.

Categoria:

La presenza di ferro nell’acqua per uso civile ed idropotabile, spesso associato al manganese, ha origine nelle falde acquifere ed è portata in superficie attraverso il prelievo con pozzi.. La presenza del ferro e dei suoi composti si evidenzia con una colorazione giallo-rossastra dell’acqua oltre ad un sapore sgradevole, .mentre il manganese, depositandosi con i carbonati, da luogo a scorie nerastre che vengono messe in circolo, fuoriuscendo dai rubinetti.
Il D. Lgs 31/2002 stabilisce per il ferro una concentrazione massima ammissibile di 0,2 mg/lt, mentre per il manganese un valore massimo di 0,05 mg/lt..

Richiesta informazioni

Compila il modulo sottostante per richiedere il catalogo WTS